- Giugno 2023
Il parco Archeologico
Il Parco archeologico di Castelpagano è stato istituito nell’anno 2008, dopo approfondite indagini archeologiche che hanno consentito di riportare alla luce i resti dell’antica fortezza Normanno-sveva dell’XI sec. e della sua meravigliosa chiesa palatina, nonchè dell’esteso borgo medievale.
L’IMPIANTO DI CASTELPAGANO
Premessa
L’impianto castellare si presenta a pianta quadrangolare, il cui perimetro misura 150mt circa con una torre pentagonale a SO e due torri circolari: una piccola, con funzione di avvistamento a SE, mentre l’altra più grande, con funzione di fortificazione per le cisterne interne che servivano alla conservazione di derrate alimentari e quindi al sostentamento del castello, a N. Al centro dell’impianto castrale è presente un pozzo cisterna che raccoglieva acqua piovana. Sono ben visibili, sulla base della lettura delle murature, le fasi di espansione del castello, sorto in età Normanna e sviluppatosi in epoca federiciana. Dalla fortezza si sviluppa il borgo che, come visibile in pianta, ha strutture riferibili ad abitazioni ma soprattutto un grande numero di cisterne, circa 80, che avevano la funzione di depositi per derrate alimentari, come acqua e frumento. Interessante è anche la chiesa ad aula unica, orientata NS, che dopo l’indagine della Soprintendenza ha restituito un pavimento a raggiera formato da grandi tessere di calcare, mentre nell’ipotetica sacrestia è presente un pavimento in opus spicatum fatto di ciottoli di fiume.
Il territorio di Castel Pagano confinava a nord con il feudo Belvedere e con Sannicandro Garganico, a est con Cagnano e San Marco in Lamis, a sud con Rignano Garganico e Sant’Eleuterio, a ovest con Apricena e San Giovanni in Piano (confini ricostruiti da alcuni documenti medievali). Comprendeva le valli di: Martinone, Santa Lucia, La Marra, Maltempo, Castello o Santo Stefano, Stignano, Cisternola, Scolafiasco, Majora, Crognale, Romano.
La storia di Castelpagano
Sulle fonti è attestato dall’XI sec come Castrum Pagani. In uno dei documenti dell’XI secolo si accenna anche ad un certo Guimondus da Castello Pagano. Il documento del 1095 racconta che l’abate benedettino dell’abbazia di San Giovanni de Lama (San Matteo, in San marco in Lamis ) si recò a Monte Sant’Angelo dal conte Enrico del Gargano e di Lucera, per lamentare soprusi ed ingiustizie da parte degli abitanti di Rignano, Sant’Eleuterio, Castel Pagano, Sannicandro e Cagnano, che utilizzavano il territorio del monastero, senza pagare il pedaggio.
Tra i firmatari dell’atto c’era anche il suddetto Guimondus. In un altro documento del 1099 troviamo Richardus filius Normanni de Castello Pagano. Nei documenti del 1101 si racconta che il Catapano Farualdo ottenne l’amministrazione di Castel Pagano dal duca Ruggero Borsa che sconfisse il conte Guglielmo I del Gargano e di Lucera. Nel 1137 è documentato un Assedio a Castel Pagano. Mentre imperversava la lotta per il Controllo del ducato di Puglia tra Ruggero II d’Altavilla e Rainulfo d’Alife, suo cognato, l’imperatore tedesco Lotaio II di Supplimburgo, sceso in Italia in Appoggio di papa Innocenzo II contro l’antipapa Anacleto II , alleato del normanno Ruggero II, assediò Castel Pagano. In un primo momento Castel Pagano resistette all’assedio dell’imperatore tedesco, ma dopo la minaccia di radere al suolo il castello e di trucidare tutti gli abitanti, Riccardo governatore di Castel Pagano si arrese al re. Successivamente, quando Ruggero II riconquistò il ducato, fece arrestare ed accecare Riccardo, per non aver fatto la dovuta resistenza. Negli anni a seguire, Castel Pagano divenne feudo autonomo. Verso la fine del XII secolo parte della contea di Lesina, come pure il Territorio di Apricena divennero territori di Castelpagano. Nel XIII secolo Apricena sarà dominata da Federico II di Svevia. Dopo la morte dell’imperatore, Castel pagano passava come tutto il regno a suo figlio Manfredi. Con Manfredi la dominazione sveva giunge fino al 1266, quando muore nella battaglia di Benevento sconfitto da Carlo I d’Angiò. Tra il XIII e il XIV secolo Castel Pagano perde molta della sua importanza politico- militare. Ma nel XV secolo con la dominazione degli aragonesi, divenne Castrum Pagani.
Le Chiese nel territorio di Castelpagano
Nel territorio di Castel Pagano, facente parte della diocesi di Lucera durante il medioevo, c’erano circa una ventina di chiese suddivise tra qualche chiesa principale e molte pievi. Sono attestate da documenti e piante, fino all’XI secolo:
– Santa Lucia (dall’omonima valle)
– San Pietro in veterano (Posta dei Colli)
– San Marco (nel territorio di San Marco in lamis a quota 444 e piena di ossa umane)
– Santo Stefano (in valle Castello) – Sant’Anna (a nord di Castel Pagano a quota 475 circa)
– Dell’Annunziata (località Moscatella)
– San Giuseppe (Località Moscatella)
– San Nicola (località Cisternola, masseria Centola a quota 500)
– Sant’Agostino (a sud-est di località Cisternole, quota 377)
– Sant’Onofrio (a sud- est di località Cisternole, quota 324) – Santa Maria di Stignano (nell’omonima valle)
Altre Chiese risultano situate presso il vallone della Cisternola, ma non sono state ancora localizzate:
– Spirito Santo
– Sant’Andrea
– La pietà
– Santa Maria Maddalena
– San Giovanni
– San Salvatore
– San Bartolomeo
– Santissima Trinità
Il Mastio
Il mastio sorge nel punto più alto del vicus. la vista è notevole e apre a 270° su un panorama che spazia dal Massiccio della Maiella e si perde verso sud fino a Foggia. La pavimentazione risulta costituita da una semplice massicciata di terra battuta, dove è presente una cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua e una cisterna granaio per conservare alimenti con scarsa illuminazione, garantita da sole due finestre-feritoie. Dai restauri è rinvenuto che il mastio è stato interessato da almeno quattro fasi di realizzazione. L’intera struttura fu abbandonata a seguito di un forte incendio, che ne ha in gran parte calcinato le pietre delle murature e concotto il livello pavimentale. Tale incendio deve aver completamente indebolita la struttura, tanto da causarne il definitivo crollo, di schianto, testimoniato da uno spesso strato di riempimento in clasti calcarei (circa 2 m. di spessore), con scarso apporto sabbioso. Al momento della costruzione del mastio, l’area è stata sottoposta a grandi lavori di livellamento, che hanno interessato le strutture sottostanti, evidente risulta essere la rasatura di un pilastro, di grandi dimensioni, circa 2 metri di diametro, costruito in muratura a pietre legate con malta a matrice calcarea, probabilmente da riferire ad un edificio di grandi dimensioni, che doveva estendersi anche oltre i confini pentagonali del mastio duecentesco, ma di cui, allo stato attuale degli scavi, non è possibile definirne l’estensione. Di notevole interesse, subito adiacente al pilastro suddetto, rasata a livello di imposta della cupola ed obliterata da un sottile strato di malta cementizia, da riferire alla preparazione del livello pavimentale del pilastro, è emersa una fornace, (foto6) con il crogiuolo di fusione in terracotta conservato presschè intatto, per la lavorazione del bronzo. Al suo interno sono state ritrovate più di 140 scorie di fusione, di piccole dimensioni, e due monete residuali di epoca romana, tra cui un Giano bifronte con la prora della nave sul retro.
La continua sovrapposizione di strutture, anche con connotati monumentali, che copre un arco temporale che va dal XVII ° sec. a.C. fino al XIV° dopo, su un’area relativamente ristretta (stiamo parlando di neanche 100 mq.), pone difronte agli scriventi alcune domande, che al momento non trovano risposte, ma che è auspicabile che nuovi scavi possano dipanare; in primis, perché un ambiente, in fin dei conti così ostile, con carenza d’acqua, assoluta mancanza di campi da coltivare, se non a valle dopo un lungo cammino, condizioni metereologiche estreme, grande caldo o viceversa forte vento e freddo, è oggetto di una così ostinata frequentazione?
La Chiesa
Il caso della chiesa di castel Pagano aggiunge un ulteriore esempio al numero consistente di edifici a due absidi noti. Più volte è stato tentato di indicare una possibile origine e spiegazione per una icnografia che si discosta da quelle maggiormente conosciute e di conseguenza considerate “canoniche”.
Alla luce del restauro effettuato, dai nuovi dati di scavo, quest’area assume i connotati di un portico con colonne, probabilmente affrescato, riutilizzato come necropoli, in un momento storico compreso tra la fine del XIII e l’inizio del XIV sec d.C., dove l’aspetto cultuale non era più praticato, ma nella memoria collettiva del luogo era ancora vivo il ricordo e l’importanza. Dal portico si accedeva alla chiesa, con almeno due scalini, di cui si hanno solo le tracce dell’espoliazione, avvenuta per scavare le fosse per la sistemazione dei defunti, in un momento in cui la struttura aveva già perso la sua funzionalità, ma il ricordo della sacralità dell’area doveva essere ancora forte. Inoltre nella chiesa sono emerse delle sepolture: sono rinvenuti scheletri di infanti, di fanciulli, di adulti. Una particolarità riscontrata nell’indagine di queste sepolture è la presenza di tombe collettive (tomba 4 e 5), che ospitano anche individui “ridotti” con scelta di parti anatomiche in giacitura secondaria.
IL PARCO ARCHEOLOGICO
L’abitato
Nell’area subito ad ovest e ad est della Chiesa Palatina sono stati messi in luce diversi setti murari che si intersecano tra loro. L’area in esame misura complessivamente 20 x 25 m. circa. L’orientamento segue quello della Chiesa Palatina scendendo lungo il pendio naturale del sito, con una forte pendenza rispetto al livello della chiesa. Addossate alle murature anche in questo settore, sono state messe in luce (in qualche caso già visibili) delle cisterne/silos di forma per lo più ovale. I setti murari sono tutti costruiti con pezzame e schegge di calcare legato da malta giallo-rosata. Dall’analisi planimetrica dell’area sopra esaminata, si definiscono in questa sede almeno sette fasi storiche relative alla costruzione delle strutture murarie esterne al mastio ed alla chiesa. Ripulendo bene lo strato bruciato da un violento incendio, è stato possibile mettere in evidenzia le tracce in negativo di bastoni di legno in posizione ravvicinata, combusti con all’interno almeno 6 fuseruole in terracotta in dimensioni e forme diverse (vedi foto), una lama di forbice in ferro, dei cerchielli di catena in ferro e numerosi frammenti di ceramica invetriata di pregio pertinente a bacini e brocche. Il rinvenimento ha confermato definitivamente la presenza di telai per tessitura entro ambienti che non sappiamo se di uso abitativo o produttivo. Le fasi di questo complesso strutturale sono per ora ipotetiche in quanto l’area è stata messa in luce e indagata solo in maniera parziale; le murature inoltre appaiono costruite con i medesimi materiali e la malta legante risulta dello stesso colore e della stessa consistenza, non consentendo inoltre di individuare eventuali rifacimenti o aggiunte o riparazioni dei muri stessi; le ipotesi sono state quindi formulate sulla base di differenze a volte minime e opinabili: trattandosi comunque di un lavoro parziale si attenderanno future indagini che confermino o smentiscano le ipotesi qui avanzate.
Le cisterne e i silos
Su tutta l’area di Castelpagano ad oggi sono rinvenute 250 cisterne, sia pubbliche che private, realizzate in muratura. Sono state ritrovate cisterne con strutture a pianta quadra, riferibile a cisterne per la raccolta di acque piovane, vista la posizione adiacente a strutture murarie, con un alzato massimo di circa 2m., ed una capacità di circa 2000 litri ciascuna. All’interno, le pareti sono intonacate con malta idraulica che permetteva l’impermeabilizzazione totale dell’area.
L’INTERVENTO
Premessa
Il progetto del Parco Archeologico di Castelpagano ha l’obbiettivo di consentire una fruizione serena degli spazi. La sensibilizzazione rispetto al tema dell’accessibilità è aumentata negli ultimi anni. Sono i principi dell’Universal Design che vanno oltre il semplice abbattimento delle barriere architettoniche. Tutti gli ostacoli fonti di disaggio per la mobilità con particolare riferimento a coloro che, per qualsiasi motivo o causa, hanno capacità motoria ridotta o impedita su base temporanea o permanente, sono barriere architettoniche. Un marciapiede, una scala, sono barriere architettoniche come pure l’assenza di un segnale che impedisce a un non vedente di orientarsi nei luoghi pubblici oppure un corrimano posizionato ad un’altezza sbagliata. La prassi di riferimento 24/2016 pubblicata da UNI fornisce una serie di indicazioni tecniche per l’abbattimento delle barriere in ottica di Universal Design, concetto che intende permettere a tutti i cittadini l’accessibilità e la fruibilità delle risorse e dei servizi disponibili. La progettazione al servizio dell’accessibilità : questo, in sintesi, il concetto che sta alla base dell’Universal Design, un metodo progettuale nato con l’obbiettivo di realizzare ambienti/spazi diversi accessibili a tutte le categorie di persone. I suoi 7 principi, dettati nel 1985 dall’ arch. americano Ronald L. Maze, puntano il dito sull’importanza dell’inclusività e della fruibilità degli ambienti : Equità (gli spazi devono essere utilizzati da tutti); Flessibilità di utilizzo (adattare gli spazi alle abilità e alle esigenze di ognuno); Uso semplice e intuitivo (lo scopo e la funzione devono essere facili da capire); Percettibilità delle informazioni (le informazioni che il progetto comunica hanno modalità accessibili anche a chi ha esigenze e abilità diverse); Tolleranza degli errori (ridurre al minimo i pericoli derivanti da utilizzi accidentali); Minimo sforzo fisico (utilizzo efficacie e comodo con un livello di fatica minimo); Misure e spazi per l’avvicinamento e l’uso (consentire l’accesso e l’utilizzo indipendentemente dalle caratteristiche fisiche delle persone).
L’Universal Design è dunque un concetto che va oltre il superamento delle barriere architettoniche. Significa mettere al centro dell’idea progettuale le persone con le loro caratteristiche e pensare agli spazi in termini di maggiore fruibilità e accessibilità. Significa progettare ambienti e prodotti in modo che siano utilizzabili da tutte le persone nella misura più ampia possibile, senza la necessità di adattamenti speciali o progettazione specializzata. Ognuno ha il diritto di accedere senza impedimenti a tutti gli spazi progettati, indipendentemente dalla situazione personale, dalle condizioni fisiche o dall’età. L’accessibilità consente a tutti di vivere alla pari, in modo autodeterminato senza aiuti esterni. L’accessibilità significa comfort, inclusione e una migliore qualità della vita per tutti. Inclusione come diritto di ogni individuo – con o senza disabilità – di poter andare ovunque. Nello specifico, il percorso attuale, dell’area di sosta fino al castello, sarà dotato di piattaforme elevatrici e passerelle con pendenza non superiore al 7%. Le passerelle impegneranno in senso trasversale la metà della larghezza dell’attuale percorso. Il percorso attuale ridotto nella larghezza potrà essere usufruito dagli escursionisti, dalle mountain bike e da chi magari non ha difficoltà a superare pendenze impegnative. Le passerelle, saranno realizzate con piano di calpestio in grigliato di acciaio corten antisdrucciolevole. Le ringhiere avranno il corrimano ad altezza comoda per chi siede su sedia a ruote. La protezione delle ringhiere sarà costituita da sottili barre tonde anch’esse di acciaio corten. Le passerelle assumono l’aspetto di superfici leggere, ponendosi in continuità cromatica con il sito, ed i leggeri parapetti garantiscono la totale visibilità. Le piattaforme elevatrici aperte (non cabinate) saranno utilizzate da chi siede su sedie a ruote, da bambini ovviamente accompagnati e da persone anziane che intendono fare una passeggiata panoramica piacevole.
Inoltre, in adiacenza alle piattaforme, saranno realizzate delle scale che potranno essere utilizzate da chi non vorrà utilizzare le piattaforme elevatrici per raggiungere il sito Archeologico. Le piattaforme serviranno a superare i dislivelli importanti, per sbarcare sul piano delle passerelle, che avranno una pendenza non superiore al 6/7% e pertanto notevolmente inferiore a quella dell’attuale percorso, peraltro accidentato, con pendenza superiore al 19%. L’ andamento delle passerelle, offriranno una veduta di straordinaria bellezza a 360 gradi verso la valle e la montagna circostante. Lungo le passerelle, in punti specifici saranno inoltre istallate delle sedute con pensiline da dove si potrà ammirare il paesaggio. L’obiettivo del progetto è garantire a tutti l’accesso e dunque l’usufruibilità del Parco Archeologico di Castelpagano. L’intervento rispetta per quanto possibile le LINEE GUIDA PER IL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEI LUOGHI DI INTERESSE CULTURALE COSI’ DETTATE DALLA COMMISIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI.
L’usufruibilità di Castelpagano
“Un bene non è tale se non è fruibile”.
Il superamento delle barriere architettoniche verrà realizzato mediante l’installazione di Passerelle e piattaforme elevatrici, che garantiranno a tutti di visitare il Parco Archeologico di Castelpagano. L’intervento di cui al progetto consente a tutti, disabili e non di poter usufruire del sito archeologico che ci riguarda, senza distinzione di percorsi che influirebbero negativamente sulle persone con disabilità. Pertanto è prevista una passeggiata comoda “per tutti”, favorendo la piena partecipazione sociale. L’intervento prevede tutte le opere provvisionali intese nel senso della reversibilità, in modo da garantire la tutela del bene, ma eseguite con buoni materiali e a regola d’arte, in modo da porne gli organi competenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nelle condizioni di approvare l’attività progettuale tali da non costituire un “serio pregiudizio” per il bene tutelato. E’ necessario configurare spazi urbani e architettonici “sentiti” come amichevoli, accoglienti ed inclusivi, che permettano a tutti di muoversi ed interagire con gli altri in modo semplice ed agevole. Le rampe “Passerelle” che sono state progettate con accuratezza sia nella forma che nei materiali si integrano architettonicamente con lo spazio circostante, costituendo un percorso alternativo per tutti e non una corsia riservata.
I punti di riferimento
L’area di Castelpagano è in grado di stimolare positivamente la capacità di percezione dello spazio e risultare interessante, ricca di stimoli sensoriali esterni. Il luogo di interesse culturale sarà dotato di segnaletica ambientale che rappresenta il biglietto da visita più importante, mettendo a proprio agio il visitatore, che sarà decifrabile dal maggior numero di persone, nonché sarà coerente, per immagini e per significato.
Superamento dei dislivelli
Il percorso presenta forme di barriere architettoniche da superare, dislivelli, pendenze accidentate e inadeguate, fino a situazioni di fonti di pericolo o affaticamento, quali assenza di idonee protezioni per il rischio di caduta dall’alto. Per superare i dislivelli sono state progettate soluzioni ben articolate. Sono presenti infatti n.5 piattaforme elevatrici che serviranno a superare i dislivelli consistenti, per porsi in quota con le passerelle, con pendenza non superiore al 6/7%. Salire al “Castello” diventerà per chiunque una vera passeggiata panoramica, senza grossi sforzi.
Le passerelle, affiancate da scale, diventano dunque un percorso comune e comodo per tutti i visitatori. Tutti i visitatori, senza discriminare nessuno, fruiranno pienamente dei valori paesaggistici-architettonici-archeologici, che contraddistinguono l’identità del sito.
FRUIZIONE DEL SITO
L’accesso al Castello
Oltre quanto descritto circa il sistema da mettere in atto per raggiungere l’area del “Castello”, sarà assicurata la piena fruizione degli spazi che individuano le unità ambientali che lo compongono. Pertanto, anche se l’area è pressochè pianeggiante, saranno realizzate delle passerelle sollevate dal piano di calpestio dell’area di circa cm 40 e l = cm 120 realizzate in acciaio grigliato cor-ten con opportuni corrimano, che costituiranno il percorso obbligato per gli abili e meno abili. Le passerelle opportunamente realizzate, ben si integreranno con il contesto.
Servizi igienici
A valle saranno installati due ampi servizi igienici (uomo – donna) con antibagno, ambedue per disabili, che potranno essere utilizzati oltre che dai diversamente abili, anche da persone obese, genitori con bambini piccoli, persone con stampelle, e quant’altri che non utilizzano la sedia a ruote.
IL PUNTO DI ARRIVO DEI VISITATORI
L’area di parcheggio
Particolare attenzione è stata posta nel progettare un percorso agevole e accessibile fra l’area di parcheggio e il punto di partenza per raggiungere il “Castello”.
L’area di parcheggio sarà opportunamente livellata mettendo in atto la stessa tipologia di intervento che sarà adottata per il percorso a forte dislivello che rasenta la “passerella”.
COMPATIBILITA’ CON I VINCOLI VIGENTI
Il Parco Archeologico di Castelpagano, è ubicato nel territorio del Comune di Apricena (località Poggio Cardalicchio, Pontone Longo, Monte Castello, Castelpagano, Dolina Pozzatina) e si estende su di una porzione di territorio estesa circa 20kmq interessata dalle caratteristiche geomorfologiche del promontorio del Gargano. L’area oggetto della progettazione, rientra nel Parco nazionale del Gargano, zona 2 (perimetrazione D.P.R. 18 maggio 2001), e nel Sito di Importanza Comunitaria “Bosco Jancuglia – Monte Castello” (Codice: IT9110027; designata ai sensi della Direttiva CEE 92/43 con Decreto del Ministero dell’Ambiente 3 aprile 2000), su terreni di proprietà comunale. L’area è stata interessata da precedenti progettazioni ed interventi di recupero e scavi archeologici (POP Puglia 1994/1996 misura 6.3; POR Puglia 2000/2006 misura 2.1; P.O. FESR 2007/2013 Asse IV-Linea 4.4-Azione 4.4.1-B-C;).
IL PROGETTO TECNOLOGICO INNOVATIVO E SOSTENIBILE
La soluzione tecnologica
Considerata l’impossibilità di presidiare il sito con un punto visita tecnologicamente attrezzato, e invece contando su una buona connettività, si potrà sviluppare una ricostruzione virtuale accessibile in situ, nelle rovine stesse, tramite lo smartphone degli utenti. Per raggiungere il maggior numero possibile di utenti e facilitare l’accesso, è prevista la realizzazione di un sito webXR, cioè di una esperienza virtuale basata su tecnologie che si basano sullo standard internazionale per Ar e VR, che ne permette un accesso diretto tramite link, senza necessità di installare una app.
Tale esperienza sarà potenziata grazie a visori di realtà virtuale a basso costo, della tipologia cardboard. Questi visori low cost potrebbero essere messi in vendita ad Apricena presso un punto informativo, bar o negozi privati prevedendo un costo contenuto per ogni device . Per le rovine è prevista una segnaletica con la presentazione e promozione dell’esperienza, oltre a un marker per l’accesso al sito webXR. Attraverso un punto informativo presso il comune, si renderà fruibile l’applicazione anche da visori VR veri e propri, della tipologia Meta quest 3.
La creazione del Metaborgo
“In viaggio con una ‘macchina del tempo, partendo dal sito di Castelpagano, per ‘ritrovarsi’ proiettati nel passato, dal Medioevo ai secoli più recenti, ‘incontrando’ le popolazioni che abitavano il sito, per poi tornare a Corso Roma, a bersi uno Spritz e a raccontare l’esperienza agli amici. “ Si tratta di una nuova frontiera per la promozione turistica e culturale, che, tramite l’uso del Metaverso, offre nuove ‘esperienze’ in aree interne, spesso poco conosciute (come nel nostro caso), aiutandole a diventare attrattive. Il progetto ha l’obiettivo di far conoscere Castelpagano al turista, attraverso un gioco di intrattenimento culturale, ‘immergendolo’ in scene di vita quotidiana, che raccontano tradizioni, momenti storici usi e costumi del luogo. Tutto questo in 12 tappe, attivabili tramite QR Code, che porteranno il visitatore a scoprire i segreti del sito, in un ‘viaggio’ nel passato. “Il Metaborgo può rappresentare la nuova frontiera del turismo. Attraverso il metaverso possiamo promuovere luoghi di grande bellezza, impregnati di tradizioni secolari ma sconosciuti ai più.
Il Metaborgo di Castelpagano
il metaborgo diventerebbe il “metacastello”, cioè un mondo virtuale parallelo a quello reale, in grado di dare accesso alla storia del sito archeologico, in vari punti, creando una vera e propria “macchina del tempo” che ricreerà l’aspetto originario del castello , sviluppando alcune storie che ne racconteranno gli episodi storici significativi. Considerando che lo storyboard andrà concordato con gli stakeholder del progetto, possiamo già individuare alcuni possibili nuclei narrativi: 1-La ricostruzione virtuale del castello Tale ricostruzione sarà effettuata in 3d partendo dalle rovine e dalle ipotesi ricostruttive disponibili 2-funzioni past and present In alcuni punti sarà possibile attivare la visione del passato sul presente, agganciando la ricostruzione virtuale su rilievi a 360° del sito attuale effettuati ad hoc 3-audioguida immersiva delle rovine Un audio in italiano e in inglese supporterà la visita integrandosi con le ricostruzioni virtuali 4-air view del castello Riprese a 360 da drone permetteranno di visualizzare dall’alto le rovine, evidenziando la posizione strategica del castello, tra il Gargano, il tavoliere e i monti del Molise. 5-presenze narrative Nelle rovine del castello saranno presentificati alcuni personaggi emblematici, tra cui il normanno Ruggero, Federico II, un saraceno… Tali personaggi potranno essere realizzati o mediante riprese a 360° sul posto, o su fondo chroma key, o mediante intelligenza artificiale generativa.
SISTEMA DI EMISSIONE, DISTRIBUZIONE, VENDITA E VERIFICA DEI BIGLIETTI, ANALISI DEI FLUSSI
Attraverso una convenzione tra il Mibact ed il Comune di Apricena , verrà istituito il biglietto e affidato il servizio di vendita in concessione al Comune di Apricena. I biglietti saranno in vendita su piattaforme informatiche, mediante un apposito link, sul sito del Comune di Apricena.
L’ingresso gratuito è consentito:
– ai minori extracomunitari – ai cittadini dell’Unione Europea, sotto i 18 anni di età;
– ai portatori di handicap e ad un loro familiare o ad altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria”.;
– ai cittadini di Paesi non comunitari a “condizione di reciprocità” (i minori di 12 anni devono essere accompagnati);
– alle guide turistiche dell’Unione europea nell’esercizio della propria attività professionale, mediante esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità;
– agli interpreti turistici dell’Unione europea quando occorra la loro opera a fianco della guida, mediante esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità;
– al personale del Ministero; – ai membri dell’I.C.O.M. (International Council of Museums);
– a gruppi o comitive di studenti delle scuole pubbliche e private dell’Unione Europea, accompagnati dai loro insegnanti, previa prenotazione e nel contingente stabilito dal capo dell’istituto;
– agli allievi dei corsi di alta formazione delle Scuole del Ministero (Istituto Centrale per il Restauro, Opificio delle Pietre Dure, Scuola per il Restauro del Mosaico);
– ai docenti ed agli studenti iscritti alle accademie di belle arti o a corrispondenti istituti dell’Unione Europea, mediante esibizione del certificato di iscrizione per l’anno accademico in corso;
– ai docenti ed agli studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica o perfezionamento post-universitario e dottorati di ricerca delle seguenti facoltà: architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione o lettere e filosofia con indirizzo archeologico o storico-artistico. Le medesime agevolazioni sono consentite a docenti e studenti di facoltà o corsi corrispondenti, istituiti negli Stati dell’Unione Europea. L’ingresso gratuito è consentito agli studenti mediante esibizione del certificato di iscrizione per l’anno accademico in corso, ai docenti mediante esibizione di idoneo documento;
– ai docenti di storia dell’arte di istituti liceali, mediante esibizione di idoneo documento;
– ai giornalisti in regola con il pagamento delle quote associative, mediante esibizione di idoneo documento comprovante l’attività professionale svolta (vedi DD del 7/09/2016 DG-Musei);
– per motivi di studio, ricerca attestate da Istituzioni scolastiche o universitarie, da accademie, da istituti di ricerca e di cultura italiani o stranieri, nonchè da organi del Ministero, ovvero per particolari e motivate esigenze i Capi degli Istituti possono consentire l’ingresso gratuito nelle sedi espositive di propria competenza e per periodi determinati a coloro che ne facciano richiesta;
– alle guide turistiche dell’Unione europea, munite di licenza. (vedi circolare n.20/2016 DG-Musei);
– al personale docente della scuola di ruolo e con contratto a termine è consentito l’ingresso gratuito ai musei, alle aree e parchi archeologici ed ai complessi monumentali dello Stato, il MiBACT ha aderito all’iniziativa per quanto riguarda l’accesso agli spazi in cui sono allestite mostre o esposizioni temporanee con percorso espositivo separato dall’ordinario percorso di visita. Di conseguenza, gli aventi diritto potranno accedere a tali spazi a pagamento, usufruendo dei buoni di spesa, generabili tramite un’applicazione informatica (cartadeldocente.istruzione.it), attiva a partire dal 30 novembre 2016 (vedi circolare n.77/2016 DG-Musei);
– E’ consentito l’ingresso gratuito la prima Domenica di ogni mese in attuazione della norma del Decreto Franceschini (Decreto 27 giugno 2014, n. 94), in vigore dal 1° luglio 2014, stabilisce che ogni prima domenica del mese non si paga il biglietto per visitare monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato.
Servizi Offerti
Servizi di Direzione
La gestione dei servizi direzionali mira a:
– programmare, gestire e controllare le attività culturali afferenti il PCA e di ogni segmento riguardante gli specifici servizi oggetto della gestione;
– presiedere e controllare le attività volte alla conservazione, all’incremento ed alla catalogazione delle raccolte assegnate;
– presiedere le attività di ricerca, promozione, comunicazione e divulgazione quali mostre, convegni, conferenze, manifestazioni, pubblicazioni, attività didattica;
– avere la gestione e lo sviluppo dei rapporti con altre realtà culturali (pubbliche e private), nazionali e internazionali;
– verificare la conformità alle vigenti normative e disposizioni nazionali, regionali e comunali per la gestione, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali;
– promuovere il monitoraggio e l’implementazione degli strumenti digitali e delle tecnologie avanzate, finalizzate alla creazione di un sistema virtuoso di gestione dei dati anche attraverso lo sviluppo di procedure innovative per l’utilizzo dei dati raccolti e condivisi, nei confronti di cittadini e di tutti gli altri interlocutori;
– Garantire l’apertura per l’accesso dell’utenza, mediante l’identificazione di due differenti situazioni operative in funzione dell’afflusso dei visitatori o ORARI DI APERTURA una “bassa stagione” (dal 1 ottobre al 31 Marzo); una “alta stagione” (dal 1 Aprile al 30 settembre); Sia in alta che in bassa stagione, il sabato, la domenica ed i giorni festivi (eccettuati i giorni di festività di Pasqua, Natale e Capodanno), si potranno prevedere, durante l’anno delle aperture straordinarie che saranno comunicate e rese visibili, con tutti i mezzi di comunicazione disponibili, seguendo gli orari di apertura come saranno concordati per il periodo di alta stagione;
– gestire la strumentazione e le attrezzature in dotazione, avendone massima cura e programmando l’attività di aggiornamento degli inventari al momento di nuovi acquisti effettuati; – predisporre atti amministrativi per la gestione delle varie fasi di funzionamento dei servizi, oltre che per l’ingresso di nuovi materiali ;
– mantenere un rapporto di collaborazione attiva con il Comune di Apricena, con il quale si prenderanno le decisioni più importanti riguardanti il lancio del PCA;
– assicurarsi che, dove possibile, si possano superare le barriere architettoniche e valorizzare la partecipazione dell’utenza diversamente abile mediante la realizzazione di attività e di eventi, di seguito descritti; Servizi di accoglienza, prenotazioni e help desk.
In merito alle funzioni di accoglienza, portineria e biglietteria, prenotazioni e information desk il servizio sarà organizzato come segue:
– apertura e chiusura del PCA nel rispetto degli orari di servizio che saranno concordati d’intesa con la Direzione e condivisi con Il Comune di Apricena, al fine di assicurare una buona fruizione e valorizzazione dello stesso;
– emissione dei titoli d’accesso e la gestione della contabilità riguardante le entrate derivanti dalla bigliettazione con la predisposizione:
- a. del rendiconto giornaliero e mensile,
- b. dei versamenti degli incassi di pertinenza del PCA,
- c. della tenuta dei rapporti con la SIAE o altri enti preposti in occasione di iniziative e mostre,
- d. della gestione del servizio di prenotazione e di prevendita dei titoli di accesso attraverso una rete telematica che utilizzi sistemi on-line e in tempo reale e che garantisca la sicurezza dei dati trasmessi e i cui costi non gravino sull’Amministrazione;
- e. gestione dell’agenda delle prenotazioni delle visite al museo e delle presenze ad altre iniziative da parte del pubblico scolastico e di quello generico;
- f. gestione dell’information desk;
- g. gestione del servizio di audioguide con percorsi differenziati per categorie di utenti;
Presso la Biglietteria funzionerà un servizio di prenotazione per le visite guidate di singoli, gruppi, comitive, non ché per le attività didattiche in calendario o altre iniziative, eventi culturali e di valorizzazione e promozione del PCA concordate con la Direzione dello stesso. Tale servizio, gestito a livello informatico in modo da dare via email o fax opportune conferme e ragguagli sull’iniziativa, verrà considerato di grande importanza per la programmazione degli eventi, al fine di evitare situazioni di sovraffollamento e di gestire l’immagine del funzionamento del sito archeologico in maniera moderna ed efficiente e si valuterà di implementarlo ulteriormente con nuove formule di Biglietteria integrata più avanzate, le quali prevedono, mediante l’interfaccia grafica, disponibile sul sito i seguenti servizi aggiuntivi: – selezionare le tipologie di ingressi, tenendo conto delle categorie di scontistica; – avere accesso alla reportistica elaborata; – stampare il Biglietto elettronico; – utilizzare il barcode per la validazione dei biglietti tramite smartphone, palmare o tornelli.